Hydrogen Park: un nuovo mondo
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Ataieu S.r.l. opera dal 2018 nel territorio moldavo e nasce inizialmente dalla volontà del fondatore di creare una realtà capace di aiutare le piccole e medie aziende italiane ad internazionalizzarsi.
(Per coloro che ancora non ci conoscono, vi invito alla esplorazione del nostro sito dove elenchiamo i nostri servizi ed ambiti lavorativi)
Il fondatore ha negli anni perseguito una via parallela; mi riferisco al ramo di ricerca e sviluppo nel settore della produzione di idrogeno (H2) utilizzato sia per produrre energia (termica ed elettrica) “verde”, sia per favorire il benessere del corpo umano.
Questa via parallela, partita come semplice comparto esplorativo, vuoi per i successi ottenuti con la realizzazione di vari prototipi, vuoi per il contemporaneo corteggiamento dalle aziende interessate ad utilizzarli, si è ingigantita sia in termini di investimenti che di risorse umane impiegate, diventando oggi un ramo aziendale così importante da diventare il vero core business aziendale. Per distinguerlo dal precedente, Ataieu si arricchisce del comparto Hydrogen Park, tutto concentrato sulla ricerca tecnologica applicata alla produzione ed utilizzo dell’idrogeno gassoso.
Come ogni nuova avventura imprenditoriale, il precorso è spesso ricco di imprevisti e colpi di scena, spesso portatori di una buona dose di adrenalina, di entusiasmo, di studio, e soprattutto di fatica e dedizione.
Negli ultimi due anni però, i precursori di Hydrogen Park hanno cominciato a tracciare le fondamenta del futuro disegno industriale, dando priorità e mettendo ordine tra i vari progetti di ricerca e produzione di prototipi, tra le varie connessioni e collaborazioni con aziende competenti su specifiche tecnologie oggetto della nostra ricerca, tra i vari specialisti e professionisti necessari a testare e migliorare i nostri prototipi nascenti.
Questo faticoso lavoro ha tracciato un preciso e, secondo noi, obbligatorio percorso da seguire: ci siamo cioè concentrati esclusivamente su alcune specifiche tecnologie: la produzione (attraverso diverse metodiche) di idrogeno gassoso esclusivamente in situ (ossia prodotto e subito utilizzato senza stoccaggio del gas) per il suo contemporaneo utilizzo in varie applicazioni.
Spieghiamoci meglio: ma perché idrogeno… perché in situ e ancora… perché varie? Andiamo per ordine:
PERCHÉ IDROGENO
È inutile nasconderci dietro un dito: da tempo (almeno 2 decenni) … e forse da sempre, le aziende che oggi producono affannosamente soluzioni fotovoltaiche sono consapevoli che la loro decadenza è segnata dall’arrivo delle tecnologie a bilancio energetico positivo.
Tutti sappiamo che la somma totale dell’energia utilizzata per la produzione e lo smaltimento di un pannello fotovoltaico è ben superiore a quella che produce nell’intero arco di tempo in cui è produttivo. Se poi parliamo di sistemi di accumulo dell’energia, il bilancio è ancora più negativo. Questa consapevolezza è suffragata dal desiderio di ogni azienda che oggi produce fotovoltaico o simili, di convertire quanto prima i loro processi produttivi in qualcosa di realmente sostenibile, perché la politica industriale non riesce più a nascondere le contraddizioni di una energia rinnovabile (fotovoltaica o eolica) di fatto non sostenibile. Lo stesso discorso lo si dovrebbe fare (ancora “sottovoce”) per le auto elettriche, un concentrato di contraddizioni (vedi costi energetici, umani ed ambientali per la costruzione e smaltimento delle batterie-accumulatori).
Ecco che in questo panorama, da decenni queste industrie stanno cercando soluzioni innovative concentrate sull’utilizzo di energia infinita, gratuita, ecologica ed ubiquitaria: l’idrogeno appunto.
L’idea è buona… su questo siamo tutti d’accordo… ma come metterla in pratica?
In altre parole, come possiamo produrre (industrialmente e non solo) utili quantità di idrogeno gassoso, se di fatto oggi come oggi la sua produzione industriale è assai energivora e capace di generare enormi emissioni di CO2 e vari inquinanti (vedi polveri sottili)?
Mi riferisco ai processi produttivi (dell’H2) di stream-reforming che utilizza combustibili fossili (idrocarburi) oggi tanto demonizzati, con prodotti di scarto come il monossido di carbonio (a sua volta utilizzato per dare ulteriore idrogeno con lo scarto del biossido di carbonio); oppure all’uso de carbone o, peggio ancora, attraverso processi petrolchimici di cracking.
Negli ultimi decenni, proprio per ridurre progressivamente il ricorso ai combustibili fossili, diverse aziende e gruppi di ricerca si sono concentrati su processi di produzione dell’H2 che non comportino immissioni di inquinanti in atmosfera; mi riferisco “soprattutto” alla produzione dell’idrogeno dall’acqua per elettrolisi, ma non solo…
Quel “ma non solo” contempla una lunga serie di tecnologie che, per esigenze di segretezza sono ancora ai più sconosciute, ma certamente varie aziende le stanno già realizzando.
Hydrogen Park è una di queste; anche noi abbiamo i nostri assi nella manica… (altrimenti che senso avrebbe entrare in un mondo industriale così competitivo ed esoso, senza la convinzione di avere in mano una carta vincente?)
PERCHÉ IN "SITU"
Procedendo nel ragionamento… cominciamo col dire che il grosso problema che tutti noi utilizzatori sempre abbiamo è che il gas idrogeno già a temperatura ambiente e pressione atmosferica è altamente infiammabile, addirittura esplosivo (anzi implosivo) se in determinate condizioni. Inoltre, essendo una molecola di ridottissime dimensioni e pertanto capace di attraversare i vari materiale (con cui si realizzano bombole, tubi, guarnizioni) è difficile conservarlo e stoccarlo in contenitori ermetici; essendo anche inodore ed incolore, eventuali fughe di gas dai sistemi di stoccaggio non sono sempre individuabili. Insomma…. una brutta bestia da gestire!
Ebbene, il grande bagaglio fornito dal pluridecennale lavoro dei nostri ricercatori nel settore della produzione di idrogeno, porta alla conclusione che l’unico modo per domare quella bestia, è renderla innocua; e l’unico modo per rendere innocuo un gas pericoloso, è utilizzarlo (consumarlo) a mano a mano che viene prodotto, proprio all’interno di uno stesso macchinario. Ecco da dove nasce la scelta filosofica di concentrarci nelle sole tecnologie mirate alla produzione di idrogeno “in situ”, cioè nello stesso sito (e io aggiungo “nello stesso macchinario”) dove è stato prodotto.
Inoltre, dal punto di vista etico, questa precisa scelta imprenditoriale poggia sulla convinzione che si debbano creare delle attrezzature capaci di decentralizzare la produzione e contestuale utilizzo dell’idrogeno come risorsa energetica (concetto inglese di “Scalability” ereditato dalla esperienza blockchain).
Analogamente a quanto accaduto con l’introduzione del fotovoltaico, si vuole dotare ogni abitazione o struttura produttiva della capacità di produrre “in situ” l’energia necessaria al proprio sostentamento; la differenza è che invece di produrla con un sistema a bilancio energetico negativo come il fotovoltaico, si vuole proporre una soluzione a bilancio positivo che l’idrogeno gassoso, quando correttamente prodotto ed utilizzato, può fornire. L’idrogeno è una risorsa energetica infinita (quindi sostenibile) e, se lo vogliamo, a km Zero.
PERCHÉ "VARIE"
La faccenda non finisce qui; abbiamo appena parlato dell’idrogeno gassoso come fonte energetica, ma a cos’altro potrebbe servire questo gas?
Beh… la lista è lunga…. ma per noi una utilità fino ad oggi sottostimata è la sua azione benefica nel corpo umano! Molta della ricerca di Hydrogen Park e prima ancora dai suoi inventori, si è orientata da molti anni all’utilizzo dell’idrogeno gassoso per favorire una lunga seri di processi biochimici che avvengono nella cellula umana.
Va subito premesso che esiste in letteratura medica, da almeno 20 anni, una lista nutrita di ricerche mediche qualificate atte a dimostrare l’efficacia dell’idrogeno gassoso introdotto nel corpo umano. Nulla di nuovo sotto questo fronte. Tali studi sono stati fatti, nella maggioranza dei casi, utilizzando idrogeno gassoso prodotto altrove, quindi stoccato e infine messo a disposizione della struttura ospedaliera, clinica medica, o laboratorio di biochimica ed introdotto attraverso i tessiti attraverso metodi anche cruenti (come iniezioni/infiltrazioni). Questo significa che tale utilizzo è intanto di pertinenza delle sole strutture ospedaliere adeguatamente attrezzate a gestire l’utilizzo di bombole di idrogeno in estrema sicurezza, ed infine di eventuali pazienti (quando non cavie animali) con una adeguata “compliance” per accettare manovre cruente come l’introduzione per infiltrazione.
Ad onore del vero, non sono mancate negli anni il progredire di macchinari capaci di produrre l’idrogeno gassoso “in situ”, ma o si tratta di dispositivi molto voluminosi, assai costosi e manovrabili da soli operatori specializzati, oppure di macchinari pur minuti, di costo accessibile e facile uso ma con insufficiente qualità e controllo sulla purezza e non contaminazione dell’idrogeno gassoso prodotto. Insomma… Hydrogen Park ha trovato spazio ed ingegno per inserirsi in questo vuoto tecnologico realizzando dei generatori ad idrogeno con caratteristiche tali di qualità e quantità del gas prodotto, nonché costanza nel tempo del prodotto generato, da aprire il mondo ad un facile quindi reale e immediato utilizzo di questo gas in svariati campi della medicina e del benessere del corpo umano.
Assisteremo nei prossimi anni ad apprezzare tutti i benefici di questo gas che, a differenza dell’ossigeno (che sopra una certa soglia diventa tossico), quando opportunamente introdotto nel corpo umano, non è mai tossico alla cellula umana e contemporaneamente facilita una seri di processi biochimici utili al mantenimento del benessere di cellule, tessuti e organi del nostro corpo.
Siamo in prima linea in questa sfida tecnologica, perché i risultati della ricerca ci stanno dando ragione; certamente non siamo gli unici a pensarla in questo modo, ma crediamo nel nostro vantaggio tecnologico per emergere con prodotti ed applicazioni che pensiamo cambieranno (in meglio) molte nostre abitudini di vita.
Per concludere, Hydrogen Park ha già una platea di importanti attori del mondo industriale/finanziario pronti e capaci di rendere piu ambiziosi i suoi obiettivi, più allargate le sue prospettive di crescita e la potenza di fuoco tecnologica, imprenditoriale e commerciale; ma come ogni fiore appena germogliato, per generare un frutto maturo e saporito necessita di un paio di stagioni ..e cosi spero che nel prossimo autunno si possa già raccontare dei prodotti/dispositivi sui quali stiamo lavorando, attraverso la mera testimonianza della platea di utilizzatori.