CONTO CORRENTE IN ITALIA PER RESIDENTI ALL’ESTERO

Siete espatriati e iscritti Aire e avete mantenuto un conto corrente in Italia? Se si… conoscete bene il da farsi col proprio conto corrente? Cosa fare per dormire sonni tranquilli? Vediamo insieme di chiarire alcuni aspetti rilevanti ai fini fiscali.
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INDICE

PREMESSA

Intanto, una volta espatriati, mantenere un conto corrente italiano ORDINARIO (cioè di cittadino residente in Italia come eravate in precedenza) non è salubre, perché può rappresentare un “domicilio” in Italia (vedi articolo residenza fiscale estera) agli occhi del fisco.


Quindi la prima cosa da fare, una volta iscritto all’aire, è quello di andare alla propria banca italiana, comunicare la residenza all’estero e quindi convertire il proprio conto corrente ordinario in CONTO PER NON RESIDENTI.

Questo particolare conto in realtà non è obbligatorio per i residenti Aire, ma in caso di contenzioso col fisco italiano che vuole sostenere la presenza di un domicilio in Italia, un conto corrente ordinario non convertito in conto per non residenti è un grosso punto a vostro sfavore.

LE DIFFERENZE CHIAVE

Ma il conto per non residenti è diverso dal conto ordinario?

Si. Vediamo quali sono le differenze:

  • Nasce con lo scopo di mantenere la operatività bancaria per gestire a distanza le esigenze finanziarie in Italia (ad esempio per pagare le imposte italiane tramite il modello f24); ha in generale dei requisiti più rigidi da rispettare, e pertanto è sotto stretta osservazione del Fisco;
  • Diciamo che offre tutti i servizi di base, ma a un costo generalmente più elevato. Questo conto permette di:
  1. Depositare denaro in valuta diversa da quella dello stato di residenza (esempio risiedo in Cina ma posso in Italia depositare euro);
  2. Fare transazioni come prelievi e bonifici e pagamenti con carte di credito;
  3. Richiedere una carta di credito/debito appoggiata a questo conto;
  4. Accedere a servizi di home banking;
  5. Eseguire bonifici internazionali.
  • La normativa antiriciclaggio non consente la detenzione di un conto cointestato tra soggetto AIRE e soggetto residente in Italia;
  • Di solito non è possibile aprire il conto online, ma è necessario recarsi fisicamente in banca.

Nella attività investigativa del fisco italiano, quali sono i fattori che vengono maggiormente utilizzati a dimostrazione del fatto che esiste un forte collegamento del soggetto espatriato con l’Italia tale da configurare un “domicilio” e quindi una effettiva residenza fiscale in Italia?

  • Più trasferimenti dal conto estero a quello italiano effettuiamo, più il collegamento è evidente. Se poi questi collegamenti sono sostanziosi e periodici, allora il collegamento è evidente.
  • Nel caso il conto dell’iscritto aire sia ancora ordinario, questo depone a favore del fisco.

Altra importante differenza tra un trasferimento di denaro dall’estero su conto non residente (1) o su conto ordinario (2): solo nel secondo caso la banca può applicare le ritenute.

LE RITENUTE

Quali ritenute vengono applicate sui bonifici di denaro dall’estero?

Nel trasferimento di denaro tra il conto corrente estero e quello italiano per PERSONE FISICHE (non giuridiche o lavoratori autonomi) RESIDENTI, le banche possono applicare una ritenuta del 20% sull’importo trasferito qualora il denaro sia proveniente da:

  • Reddito di capitale (interessi, dividendi, ecc);
  • Redditi di natura finanziaria (plusvalenze nelle compravendite immobiliari, redditi da locazione di immobili, da usufrutto o sublocazione, noleggio, concessione di beni mobili, cessione a partecipazioni societarie ecc).

Per tutti gli altri casi (ad esempio redditi da risparmio, stipendi, restituzione caparre, finanziamenti vari ecc) la ritenuta non è applicata.

La ritenuta del 20% accantonata dalla banca viene trasferita all’Erario per conto del soggetto intestatario del conto, e viene scomputata poi in sede di dichiarazione dei redditi.

E molto importante comunque anticipare alla banca eventuali bonifici di una certa entità, che vanno appunto accompagnati da documentazione e autocertificazione sulla fonte del denaro ai fini di evitare fraintendimenti con banca e fisco; non dimentichiamo che l’onere della prova spetta in questo caso a chi riceve il denaro.

Immaginiamo ad esempio che un figlio espatri e voglia aiutare i genitori anziani in Italia, o voglia restituire un finanziamento. In questo caso è bene presentare una autocertificazione alla banca per dichiarare la provenienza del denaro.

Nei casi in cui la banca operi in automatico la ritenuta sui bonifici esteri in ingresso, possiamo chiedere il rimborso all’intermediari (banca) entro il 28 febbraio dell’anno successivo della ritenuta che valutiamo essere “impropria”, o alla Agenzia delle entrate entro i 48 mesi successivi alla data di ritenuta impropria.

SEGNALAZIONI

Soglie di trasferimento oggetto di SEGNALAZIONE tra istituti intermediari (es. banca ma anche Exchange di valuta virtuale) e Fisco:

Parlando nuovamente di bonifici da conto-estero e conto-italiano-non-residenti (e viceversa), i trasferimenti (eseguiti da persone fisiche, società semplici o enti non commerciali) di importi pari o superiori ai 5000 euro (sia come unica operazione sia come somma di operazioni frazionate) vengono segnalati dagli istituti intermediari alla Agenzia delle entrate.


Di solito, salvo eccezioni dimostrabili, non si intendono frazionati (e quindi non vanno sommati) quei trasferimenti di denaro distanziati di almeno 7 giorni.

NOTA: Ora giriamo la frittata: può un italiano non residente in Moldavia aprire lì un conto corrente?

  • SI se è correlato alla apertura di una società, o se dipendente di azienda moldava che trasferisce lo stipendio su quel conto;
  • No se trattasi di un privato/ persona fisica; (fino a qualche anno fa era invece possibile).

CONCLUSIONI

Già sappiamo, dai precedenti articoli (RW e Domicilio Fiscale Estero) che se sottovalutiamo il peso di eventuali criteri di collegamento di domicilio con l’Italia, diamo ottimi strumenti al Fisco italiano per farsi valere qualora intenda dimostrare la nullità della nostra residenza fiscale estera.

Ora però sappiano anche che il conto corrente, se “ordinario” o viceversa “per non residenti”, può fare la differenza nel caso di un contenzioso. Diventa allora importante pianificare il nostro trasferimento fiscale all’estero anche pensando non solo di convertire il nostro conto corrente, ma anche di utilizzarlo in modo appropriato per potere sempre difendere la nostra posizione agli occhi di un fisco che, come sapete, ci vede e anche molto bene!

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